Foggia ricorda Luisa Fantasia. Una storia poco conosciuta.
- U' munacille
- 29 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Foggia - Il consiglio comunale ha deciso, all'unanimità, di intitolare uno spazio cittadino alla memoria di Luisa Fantasia.
Ma chi è Luisa Fantasia?
Una storia sconosciuta a molti, ma che oggi abbiamo il dovere di raccontare.
A metà degli anni '70, Luisa Fantasia era una giovane donna di 32 anni, mamma di Cinzia, una splendida bambina di 17 mesi e moglie di Antonio Mascione, un Brigadiere dei Carabinieri. Entrambi di San Severo, ma vivevano a Milano.
Il marito, Antonio Mascione, lavorava sotto copertura per indagare su un traffico di droga nel capoluogo lombardo. Tonino riuscì ad agganciare due piccoli delinquenti che l'avrebbero portato a scoprire chi ci fosse dietro lo spaccio di una grande partita di eroina.
Il suo compito era quello far credere ai due giovani di voler comprare quel grosso quantitativo di droga per 60 milioni di lire, già pronti in una valigetta.
I due ragazzi, Abramo Leone, 17 anni e Biagio Jaquinta, 22 anni, insospettiti, riuscirono a capire dove abitava Tonino e che si trattava di un Carabiniere sotto copertura.
Il 14 Giugno 1975, convinti che la valigetta fosse custodita a casa del Brigadiere, citofonarono a casa Mascione, dicendo di essere amici di Tonino.
La moglie aprì, non sapendo che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita.
I due balordi la violentarono e poi la assassinarono, sotto gli occhi della sua amata bambina.
Nel frattempo, i due delinquenti chiamarono il Brigadiere per evitare che tornasse a casa, dandogli appuntamento alle 20.30 per riferirgli notizie importanti. Non trovando la valigetta, rubarono i risparmi della famiglia e la fede di Luisa.
A quell'appuntamento non si presentò nessuno e Tonino, tornato a casa, scoprì che la moglie era stata brutalmente uccisa.
Tonino decise di partecipare alle indagini e, subito, i Carabinieri capirono che i due balordi potessero essere coinvolti. Infatti, fecero irruzione mentre dormivano nelle loro abitazioni, dove trovarono i soldi rubati e la fede di Luisa.
I due confessarono, accusandosi reciprocamente. Furono condannati all'ergastolo, nonostante la minore età di uno dei due. Il più grande fu ucciso in carcere da un altro detenuto.
A Luisa furono tributati funerali di Stato a Milano, a San Severo e a San Nicandro Garganico, medaglia d'oro al valor civile del comune di Milano e l'intitolazione di un quartiere di San Severo.
Antonio Mascione chiese il silenzio dell'Arma dei Carabinieri, un silenzio durato oltre 44 anni, per rispettare un dignitoso dolore, rifiutando qualsiasi sussidio e beneficio. Sua moglie è stata vittima trasversale della Ragion di Stato.
Solo recentemente questa storia è stata resa pubblica, nella Giornata della Legalità, da Pietro Paolo Mascione, figlio della seconda moglie di Tonino, per volere della figlia Cinzia.
E' doveroso raccontare la storia di Luisa e delle altre vittime di mafia e di violenza, perchè loro devono continuare a vivere.
Intitolare piazze o strade a queste donne e e questi uomini coraggiosi, non deve essere uno spettacolo con tanto di applausi e strette di mano, ma un promemoria, per ricordarci che se loro hanno dato la vita per servire lo Stato, ciascuno di noi può -anzi deve- fare qualcosa per la propria terra e per il futuro dei nostri figli.
Alziamo la testa, sempre!
Comments